Nel 1967, Bertrand Russell, uno dei più importanti filosofi, matematici e attivisti per la pace del secolo scorso, scriveva nella prefazione alla propria autobiografia dal titolo: “Le cose per cui ho vissuto”:
[...] Ho cercato la conoscenza. Ho desiderato conoscere il cuore dell’essere umano. Ho voluto sapere perché le stelle brillano. Mi sono sforzato di rendermi conto della potenza, già intuita da Pitagora, che assicura al numero il dominio sopra il fluire delle cose. In parte, in piccola parte, vi sono riuscito. L’amore e la conoscenza, nella misura in cui sono stati possibili, conducevano su verso il cielo. Ma la compassione mi ha sempre riportato sulla terra. Gli echi di grida di dolore risuonano nel mio cuore. Bambini che muoiono di fame, vittime torturate dagli oppressori, vecchi indifesi considerati dai figli un peso insopportabile, e tutto quel mondo di solitudine, povertà, e dolore, trasformano in beffa ciò che la vita umana dovrebbe essere. Provo lo struggimento del non poter alleviare questi dolori, e anch’io ne soffro […]
Cit. da Spiritualità Atea di Joachim Kahl, in “Spiritualità senza religione”, atti del Simposio, pag 17.
Immagine: La scultura “Il pensatore” di Auguste Rodin
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